COME CAMBIA L’ISTRUZIONE TECNICO-PROFESSIONALE CON LA RIFORMA

COME CAMBIA L’ISTRUZIONE TECNICO-PROFESSIONALE CON LA NUOVA RIFORMA

Vediamo come cambia l’istruzione tecnico-professionale con la nuova riforma. Il Governo ha dato via libera, infatti, al disegno di legge che riforma gli istituti tecnici e professionali. Disegno di legge che stabilisce anche la revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento degli studenti a scuola.

La riforma è figlia di un approfondito confronto con le Regioni, parti sociali e stakeholders. L’obiettivo è dare un futuro ai giovani che sia adeguato alle loro professionalità e ai loro talenti. Ma anche migliorare la competitività del sistema produttivo italiano.

In cinque punti, vediamo come cambia l’istruzione tecnico-professionale:

  • percorsi quadriennali, rilanciando in larga scala la sperimentazione delle superiori in quattro anni, anziché cinque;
  • rafforzamento per quanto riguarda le materie di base, in particolare italiano e matematica;
  • apprendistato formativo e più alternanza scuola-lavoro di qualità. Potrebbe arrivare fino a 400 ore nel triennio;
  • docenze di esperti provenienti dal mondo produttivo e professionale per ampliare l’offerta didattica, a partire da quella laboratoriale;
  • spinta all’internazionalizzazione con più scambi internazionali, visite e soggiorni di studio e stage all’estero.
IL MODELLO CAMPUS

Il modello campus previsto dalla riforma offre agli studenti più percorsi di studio. La caratteristica di questa nuova filiera sono i percorsi quadriennali con due ulteriori annualità nelle ITS Academy. I primi quattro anni avranno le caratteristiche degli attuali percorsi. Ed assicureranno la formazione di base, attraverso l’obbligo di raggiungere specifici obiettivi di apprendimento.

Agli Usr e alle Regioni è data la possibilità di far nascere campus dove aggregare tutti gli istituti tecnici e professionali del proprio territorio. Dovrebbero crearsi, così, dei poli formativi legati alle esigenze specifiche di ogni territorio.

Le ragazze ed i ragazzi, concluso il percorso di IeFp (Istruzione e Formazione professionale) regionale sosterranno una prova di valutazione degli apprendimenti predisposta da INVALSI. Superata la prova, potranno iscriversi ad una ITS Academy, .

L’apprendistato formativo di primo livello (destinato agli studenti dai 15 anni in su) ed il potenziamento delle ore “on the job” saranno parte della sempre più stretta interconnessione fra la formazione ed il lavoro.

Completano le novità della nuova “filiera formativa tecnologico-professionale” la forte connotazione internazionale e le docenze “esterne”. L’autonomia scolastica garantirà un costante incremento di progetti di partenariato, attività di scambio, visite e soggiorni di studio, stage all’estero. Altro punto forte della riforma è lo spazio che avrà la metodologia Clil: l’apprendimento dei contenuti delle attività formative programmate in lingua straniera.

Per determinati moduli didattici estremamente tecnici e attività laboratoriali si potranno chiamare docenti esterni. Questo significa che i professori arriveranno direttamente dal mondo del lavoro e delle professioni. Questi saranno assunti con contratti di prestazione d’opera annuali (o per il periodo di cui ce n’è bisogno). Ciò consentirà di non rimaneggiare l’organico docente assegnato al singolo istituto e la titolarità dei docenti sulle cattedre.

Un’altra novità è l’istituzione, all’interno del Mim, di una struttura tecnica di livello dirigenziale generale per la promozione della filiera formativa tecnologico-professionale. Questa unità avrà anche il compito di stimolare e valorizzare ricerca, brevettazione e trasferimento tecnologico all’interno dell’intera filiera tecnologico-professionale.

C’è, infine, il via libera del Governo alla revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento degli studenti a scuola. Viene ripristinato il voto in condotta anche alle medie e alle superiori: con il 6 scattano debiti da recuperare in educazione civica.